Intervista rilasciata al portale UISP CICLISMO
Spesso pensiamo alla mente ed al corpo come due entità separate, in realtà esse costituiscono due parti di uno stesso organismo vivente che costantemente si influenzano fra di loro. Di respirazione, in senso fisico, abbiamo trattato con la fisioterapista ma sappiamo che la gestione della questione non si esaurisce qui.
Dottoressa, siamo di nuovo (metaforicamente) sul lettino del terapeuta, la volta scorsa abbiamo trattato di paura ed ora parliamo di respiro giusto ? "Tutti noi sappiamo che quando abbiamo un dolore o una malattia fisica la nostra mente ne risenta immediatamente: l’umore si abbassa, i livelli di ansia e nervosismo si innalzano e magari vengono a galla grandi e piccole vulnerabilità che ci portiamo dentro. Viceversa, quando ci troviamo a vivere un momento non troppo felice della nostra esistenza, in cui una crisi relazionale o sul lavoro ci disturba, una fobia o una paura ci vengono a trovare, spesso anche il corpo ne risente: ci sentiamo più fiacchi, spossati, talvolta diventa difficile concentrarsi. La mente si offusca e laddove con le parole non riusciamo ad esprimere a pieno il nostro disagio compaiono anche spiacevoli sintomi psicosomatici: cefalee, dermatiti, gastriti, coliti e così via." Situazione di stress, dati i tempi, è proprio il tema ma il respiro ? "Il respiro, in questa influenza reciproca fra mente e corpo, svolge un ruolo fondamentale perché è in grado di comunicarci non solo lo stato di salute fisica, ma anche l’atmosfera psicologica che stiamo sperimentando: se proviamo dolore si blocca, se abbiamo paura o siamo agitati s'affanna, se qualcosa ci fa arrabbiare diventa corto e più frequente." Come tutto questo può essere interessante per il mondo dello sport? "E’risaputo che lo stato mentale di un sportivo influenzi notevolmente le sue performance, fino a decretarne il raggiungimento di importanti obiettivi, sia in senso favorevole che sfavorevole. Anche un atleta di grande talento fisico, se non è in grado di padroneggiare le proprie emozioni e di gestire i propri pensieri, lasciandosi sopraffare dal panico e soccombendo alla pressione delle aspettative sociali, non fa altro che cadere in un circolo vizioso in cui ogni nuovo fallimento lo allontana sempre più dalla possibilità di esprimersi al meglio nella propria disciplina sportiva. La capacità di praticare una presenza mentale e di sperimentare uno stato di calma durante gli allenamenti o prima di una gara non solo è possibile, ma diviene auspicabile dunque per tutti coloro che hanno a cuore il proprio agonismo o passione sportiva." Che si può fare ? "Esistono diverse tecniche e discipline che attraverso il respiro ci permettono di influenzare il nostro stato mentale, di sperimentare una maggiore conoscenza di noi stessi, delle nostre risorse e dei nostri limiti e di approdare quindi ad uno stato di maggiore calma e quiete. Fra le altre numerose, in questa sede accennerò brevemente al Training Autogeno e alla Mindfulness.
Se noi fossimo una barca dunque, il nostro respiro sarebbe la nostra àncora che ci tiene saldi anche in piena tempesta, Allenarsi ad una respirazione consapevole ci permette di non essere in balia delle onde del mondo interno (emozioni, pensieri, sentimenti) o del mondo esterno (eventi critici) e di ritornare con mente quieta al nostro timone, controllando solo ciò che è possibile e lasciando andare il resto, consapevoli che siamo vivi adesso, ad ogni respiro." Grazie Dottoressa Monti, possiamo concludere citando Cicerone "Dum spiro, spero" (finchè respiro ho speranza). "Un piacere aver contribuito" Per la Redazione UISP Ciclismo - (RB)
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June 2020
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