SGOM è la parola con cui i tibetani fanno riferimento alla meditazione e può essere tradotta genericamente con l'espressione "familiarizzare con se stessi"
Meditare è prestare piena attenzione a ciò che c'è: pensieri, emozioni, sentimenti, sensazioni corporee, respiro. Incontrare se stessi, nel presente. Fare spazio alla quiete, prendersi cura di sé. La meditazione è una tecnica millenaria che porta con sé saperi religiosi, spirituali, filosofici e psicologici che tendono tutti al miglioramento della qualità della vita dell'individuo e del suo ambiente. Meditare è intraprendere un cammino di rinascita interiore.
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"Dolore e sofferenza non sono la stessa cosa: "il dolore è un'esperienza, la sofferenza è la storia del dolore" (cit.) UNA STORIA SUFI
Un re disse ai saggi che aveva a corte: “Voglio farmi fare un anello bellissimo. Possiedo uno tra i diamanti più belli e voglio incastonarlo in un anello. E nell’anello voglio tener nascosto un messaggio che mi possa essere utile in un istante di assoluta disperazione. Dev’essere un messaggio brevissimo, in modo che lo possa nascondere sotto il diamante, all’interno dell’anello stesso”.
I saggi di quel re erano tutti grandi studiosi, uomini in grado di scrivere profondi trattati, ma dare al re un messaggio di non più di due o tre parole, in grado di aiutarlo in un istante di assoluta disperazione… pensarono e scrutarono nei loro testi, senza riuscire a trovare nulla di nulla. Il re aveva un vecchio servitore, per lui era quasi un padre – era già stato al servizio di suo padre. La madre del re era morta giovane e quell’uomo lo aveva accudito, pertanto il re non lo considerava un semplice servo, provava per lui un profondo rispetto. Quel vecchio gli disse: “Io non sono un sapiente, un uomo colto, uno studioso; ma conosco quel messaggio – poiché esiste un unico messaggio. Quelle persone non te lo possono dare; solo un mistico potrebbe, un uomo che ha realizzato il proprio essere.” “Nella mia lunga vita qui a palazzo ho incontrato ogni sorta di persone, e una volta anche un mistico. Anche lui era ospite di tuo padre e io ero stato messo al suo servizio. Quando è ripartito, come ringraziamento per tutti i miei servigi, mi ha dato questo messaggio…”, e il servitore lo scrisse su un pezzettino di carta, lo piegò e disse al re: “Non leggerlo, tienilo semplicemente nascosto nell’anello. Aprilo solo quando ogni altra cosa si sarà rivelata un fallimento; aprilo solo quando senti di non avere più alcuna via d’uscita.” E quel momento venne ben presto. Il paese fu invaso e il re perse il suo regno. Stava fuggendo con il suo cavallo per salvarsi la vita e i cavalli dei nemici lo inseguivano. Era solo, i nemici erano tanti. A un certo punto il sentiero di fronte a lui terminò, si trovava in una gola cieca: di fronte a lui c’era un baratro, caderci dentro avrebbe significato una morte certa. Non poteva neppure tornare indietro: i nemici gli erano alle calcagna e già poteva sentire lo scalpitare e i nitriti dei loro cavalli. Non poteva più avanzare e non poteva prendere un’altra strada…. All’improvviso si ricordò dell’anello. Lo aprì, prese quel rotolino di carta e lesse un messaggio il cui valore era veramente prezioso. Diceva semplicemente: anche questo passerà”. Sul re discese un profondo silenzio, mentre quella frase penetrava in lui: “anche questo passerà”… e passò. Tutto passa, in questo mondo nulla permane. I nemici che lo stavano inseguendo si perdettero nella foresta, presero un altro sentiero; pian piano lo scalpitare dei loro cavalli si allontanò e scomparve. Il re provò una profonda gratitudine per il suo servitore e per quell’ignoto mistico. Quelle parole si rivelarono miracolose. Ripiegò il foglietto, lo rimise nell’anello, ricostruì il suo esercito e riconquistò il regno. E il giorno in cui rientrò nella capitale, vittorioso, mentre tutti inneggiavano a lui e lo festeggiavano con musiche e danze, e lui si sentiva al settimo cielo per la felicità e l’’orgoglio di quella conquista, di fianco al suo cocchio camminava il vecchio servitore che gli disse: “Anche questo è un momento adatto per leggere un’’altra volta quel messaggio.” Il re disse: “Cosa vuoi dire? Adesso sono un vincitore, il popolo mi sta festeggiando. Non sono affatto disperato, non sono in una situazione senza vie d’’uscita”. E il vecchio gli disse: “Ascolta. Ecco cosa mi disse quel mistico: questo messaggio non serve solo nei momenti di disperazione, serve anche quando si è alle stelle per la felicità. Non serve solo quando si è sconfitti; è utile anche quando si è vincitori,– non solo quando ti trovi in fondo a un vicolo cieco, ma anche quando sei in cima a una vetta”.” Il re aprì di nuovo l’’anello, lesse il messaggio: “anche questo passerà”, e all’improvviso la stessa pace, lo stesso silenzio, tra quella folla che festeggiava e lo inneggiava, che danzava intorno a lui… ma ogni orgoglio, l’ego se n’erano andati. Tutto passa. Il re chiese al vecchio servitore di salire sul cocchio e di sedere vicino a lui. E gli chiese: “C’è qualcos’altro? Tutto passa. Il tuo messaggio mi è stato di immenso aiuto”. E il vecchio disse: “La terza cosa che quel santo mi disse è questa: ricorda, tutto passa. Tu solo permani sempre; tu resti in eterno, in quanto testimone". Questo video permette di comprendere, per mezzo di un linguaggio molto semplice, cosa si intende per empatia, ingrediente indispensabile di ogni buona relazione e strumento principale della pratica psicoterapeutica. Ogni psicoterapeuta, autenticamente interessato al ben-essere del proprio paziente, non può che percorrere la strada dell'empatia per raggiungere l'altro, là dove si trova e nel momento in cui ha trovato il coraggio di chiedere aiuto. Respira (e aiutati) che il Ciel ti aiuta! Capita molto spesso di sottovalutare il respiro. L'aria entra ed esce dal nostro corpo costantemente e ci regala la vita, dandoci il ritmo fin dai primi momenti. Eppure raramente prestiamo al respiro la giusta attenzione. Se solo ci permettessimo di rallentare, abbandonare per pochi minuti la frenesia che ci muove nelle nostre giornate, ci accorgeremmo che invece il respiro dice e sa di noi molto di più di quello che noi stessi immaginiamo. Il respiro infatti ci conosce nel profondo, e ad ogni inspirazione ed espirazione ci manda messaggi importanti su come stiamo in ogni singolo istante. Proviamo dolore e si blocca il respiro. Siamo davanti ad un pericolo e il respiro s'affanna. Qualcosa ci fa arrabbiare e il respiro diventa corto e più frequente. Restiamo incantati davanti ad un tramonto che ci mozza il fiato. Siamo stretti in un abbraccio con una persona amata e in automatico respiriamo profondo, come a voler memorizzare nel corpo la bellezza di quel momento. Respirare infatti non è solo qualcosa che interessa il nostro naso e la nostra bocca, o che riempie di ossigeno i nostri polmoni. Il nostro respiro attinge dal pozzo delle emozioni e si manifesta nel corpo in innumerevoli modi. SE MI RILASSO... (Training Autogeno e respirazione) Corriamo, corriamo, corriamo! Uno stato di affannosa apprensione è ciò di cui spesso facciamo esperienza nelle nostre giornate: la mente si offusca, il cuore batte, diventiamo più irritabili, abbiamo il pensiero fisso su un determinato problema che vogliamo risolvere, o su di un compito che vogliamo portare a termine. E il respiro diventa più corto e veloce, mentre la nostra energia e vitalità man mano si esauriscono. Sono molte le discipline e le tecniche che partono dal respiro per aiutare l'uomo a sperimentare il rilassamento. Tutte si basano sull'assunzione che corpo e mente non siano due entità separate, ma al contrario che insieme diano forma ad un organismo vivente complesso in cui soma, pensieri, emozioni si influenzano reciprocamente. Molte di queste tecniche insegnano un tipo particolare di respirazione, definita diaframmatica, che ha un potere calmante ed aiuta gradualmente ad allentare tensioni psichiche e fisiche. Ad esempio, praticando il Training Autogeno (tecnica di rilassamento inventata dal medico Schultz nei primi anni del '900) gradualmente e sempre più in autonomia possiamo permettere all'aria di entrare dentro di noi, massaggiare l'intestino e gli organi interni favorendo la digestione, rilassare muscoli volontari e involontari, aiutare il sangue a scorrere nelle nostre vene. Ed ancora, calmare il nostro cuore, sgombrare la testa da pensieri intrusivi e disturbanti, aiutare la mente a placare il panico e a costruire momenti preziosi di calma. Ecco dunque che il rilassamento diventa un'esperienza estesa e globale, in grado di coinvolgere interamente l'organismo. TUTTO QUELLO CHE DEVI FARE E' NON FARE NIENTE! L'aspetto forse più interessante, e certamente paradossale del Training Autogeno, è che tutto questo è possibile semplicemente non facendo niente: affidandosi con fiducia al proprio respiro e alle modificazioni corporee e mentali che ne conseguono, si ritorna padroni di situazioni ed emozioni che precedentemente sembravano prendere il controllo su di noi. Se dunque ci approcciamo alle tecniche di rilassamento con la fretta di ottenere la calma subito, essa scapperà via lontano! Quando invece molliamo la presa, è proprio in quel momento che iniziamo a far posto ad esperienze di maggiore lucidità e quiete. Corriamo, corriamo, corriamo! Ma dove stiamo andando veramente? E se provassimo a rallentare e a respirare profondamente? Fino quasi a fermarci, anche solo per pochi minuti. Per tornare consapevoli che siamo vivi anche qui e ora, e non solo nei dolori del passato o nelle ansie per il futuro. E che ogni istante che dedichiamo alla cura di noi stessi, è un investimento che facciamo nel presente per una vita un pò più serena. |
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June 2020
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